Il Growth Hacking è il mestiere di chi fa crescere, esplodere e rendere unico un business. Sfrutta a pieno le sue competenze per cercare il o i metodi migliori per far si che un'attività diventi di successo individuando come e dove andare ad intervenire e sfruttare ogni occasione per il suo scopo finale.
Vale anche nel mondo della musica? Certo che si. Un'artista o una band sono un brand a tutti gli effetti, da sempre e oggi ancora di più grazie al mondo digitale.
Sebbene il termine sia stato coniato solo nel 2010, facendo un salto nel recente passato si può tranquillamente capire dove, volontariamente o involontariamente, questo aspetto ha decretato il successo di alcune realtà.
I The Darkness e Justin Hawkins: i The Darkness sono una band hard rock come centinaia di altre, sovrapponibili sicuramente ad altre venute prima di loro, fondata nel 2000, hanno raggiunto il successo con il loro album di debutto Permission To Land. Nulla di nuovo sotto il sole se non fosse che Hawkins, alla base del genere proposto, abbastanza inflazionato, ha aggiunto due caratteristiche che ne hanno decretato la sua particolarità e quindi il successo: un comportamento sopra le righe, ancora più esasperato rispetto ad altri colleghi, e una voce che aggiungeva il falsetto alle parti clean. Qualcosa che probabilmente a livello teorico sarebbe potuta sembrare un'idea ridicola e che invece si è trasformata immediatamente in un'intuizione vincente.
Eminem: tutti conosciamo Eminem, un talento quasi senza rivali che agli inizi però non riesce ad attirare l'attenzione del pubblico se non a livello underground. Il talento, come detto, c'è, ma dal 1995, anno della sua prima pubblicazione in coppia con Proof, fino alla fine degli anni novanta è solo uno tra i tanti. Cosa fa allora? Inventa un personaggio nel personaggio, Slim Shady, che attira velocemente l'attenzione di Dr. Dre. Slim Shady altro non è che una persona senza limiti, senza peli sulla lingua, che tratta qualsiasi tema come se non potessero esistere ripercussioni, non esistendo, lasciando rispondere spesso il suo alter ego alle provocazioni che non gli vanno giù. Si comporta come se fosse il numero uno, giustificandolo e portando delle prove tangibili all'interno dei suoi brani, in un mondo a cui ipoteticamente non avrebbe accesso. E invece diventa veramente il numero uno, attira talmente tanti giovani dell'epoca da superare sul podio i pesi massimi dell'hip hop.
Rammstein: l'industrial esiste già, non lo hanno certo inventato loro, ma cosa fanno i Rammstein? Prendono quello che già c'è, lo evolvono, lo mescolano ai Kraftwerk e, ciliegina sulla torta, invece che cantare in inglese come avrebbe fatto chiunque, scelgono la loro lingua madre, il tedesco. Oltre ad attirare il pubblico, la band colpisce positivamente il regista David Lynch che vuole qualche loro brano nel film Strade Perdute. Il resto è storia.
Fred Durst: Durst è il growth hacker per eccellenza probabilmente. Se qualcuno prima aveva provato a mescolare heavy e hip hop, Anthrax e Public Enemy ad esempio, lui non pensa in termini di collaborazione o singolo esperimento ma fonda una band con questo intento. Non solo, chiama le etichette spacciandosi per l'agente della band e cerca in tutti i modi di fare networking, riesce a conoscere Fieldy e Head dei Korn e li trascina da lui offrendogli un tatuaggio gratuito per potergli consegnare il demo della sua band, i Limp Bizkit. Una volta consegnato il demo a Ross Robinson dai Korn, lo tartassa di telefonate e quando non riesce a parlare con lui, parla con la compagna fino a riuscire a convincere lei che a sua volta chiederà a Ross di dare una chance alla band. Ci sarà un momento nella storia, da Significant Other a Chocolate Starfish, in cui i Bizkit saranno la band più famosa del mondo. E tutto grazie alla capacità di Durst di riuscire ad infilarsi nel contesto giusto per sfruttarlo a suo favore. Non si tratta solo di provarle tutte e non demordere, quello lo fanno quasi tutti, quanto di capire quale situazione sia utile per ricavarne un proprio vantaggio.
Il lato negativo, se così vogliamo definirlo per chi inizia a pensarci oggi, del Growth Hacking è che nella maggiorparte dei casi non è ripetibile quello che già è stato fatto. Una nuova band industrial che canta in tedesco? Probabilmente non funzionerebbe. Un altro Slim Shady? C'è già, sarebbe solo una copia. Tartassare di telefonate un produttore? Sono molti di meno rispetto a 20, 30 anni fa e oggi grazie agli smartphone bloccherebbero molto semplicemente il numero di chi chiama in continuazione. Cantare in falsetto su un ritornello hard rock? Solo una tribute band potrebbe farlo perchè tanto il paragone e l'immediata bocciatura del progetto sarebbe dietro l'angolo.
Ma fortunatamente i tempi cambiano e le opportunità da sfruttare anche, basta avere una mente capace di catturare gli eventi, modellarli e metterci dentro la propria idea vincente.
Beh, mi pare ovvio che alla base debba esserci un'idea vincente.
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