Fact checking, goodbye.

Dopo X e Meta anche Google, e molto probabilmente LinkedIn, dicono addio ai fact checkers.

Dopo Musk anche Zuckerberg ha annunciato l'abbandono del fact-checking per come lo abbiamo conosciuto fino ad oggi su Facebook, Instagram e Threads. Il checking da terze parti verrà sostituito dalla community stessa delle piattaforme social dove gli utenti potranno aggiungere delle note ad un post.

Segue a ruota Google, e quindi anche YouTube, che annuncia di volersi tirare indietro dal Digital Service Act europeo. C'è da dire che Google non si è mai impegnato tantissimo nell'integrare il fact-checking nei suoi prodotti e la testata Axios riporta che non si impegnerà ulteriormente e che anzi farà un passo indietro rispetto a tutti gli impegni presi fino ad oggi.

Anche LinkedIn e TikTok sembrano seguire lo stesso sentiero. Il social di Microsoft farà anch'esso un passo indietro come i suoi colleghi e TikTok sembra aver preso posizioni simili mentre attende l'evolversi della situazione.

Il fact-checking, strumento nato per contrastare la disinformazione, pare sull'orlo del baratro ormai. Salvo ulteriori colpi di scena.

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